Saturday, January 07, 2006

GRAFICA

osserviamo che il sistema della comunicazione e dell'informazione dispone oggi di una presenza generalizzata, di una diffusione capillare, di un assetto poderoso.È l'industria della comunicazione e dell'informazione a porsi come traente nello scenario contemporaneo.Peraltro sono riscontrabili in parallelo inquietanti fenomeni di inquinamento visivo e di saturazione comunicativa, sintomi di un sistema in cui tecnologie e apparati, lontani dall'essere autosufficienti, sono bisognosi di direzioni, di scelte e orientamenti progettati.La grafica è ormai una presenza trasversale. Dove c'è comunicazione c'è grafica. Come la comunicazione essa è dappertutto.La grafica è là dove la cultura si fa editoria.La grafica è là dove i sistemi di trasporto si stanno informatizzando.La grafica interviene nell'assetto multimediale della politica.La grafica è presente non solo nella divulgazione ma anche nella modellazione della scienza.La grafica è in azione là dove il prodotto industriale interagisce con l'utilizzazione.La grafica è nella grande distribuzione dove il consumatore incontra la merce.La grafica è anche nello sport, nell'immagine delle grandi manifestazioni come nella loro diffusione massmediale.

4 Comments:

At 10:06 AM, Blogger Laura said...

affermiamo una volta centralità del progetto grafico.
Nella cultura iperindustriale di massa, la quantità, la frammentazione, la disomogeneità, la dislocazione nell'offerta dei dati necessari all'uomo per vivere, producono una domanda di nuove sintesi e di orientamento. E indubbiamente, l'ente, l'istituzione, l'impresa che affronta il problema di comunicare fa già un primo passo nella direzione di una qualificazione dei beni e dei servizi che produce. E ancora con la sua competenza nel pilotare l'attenzione, nell'operare distinzioni percepibili, con la sua capacità di attribuire una forma e un'identità alla comunicazione, la grafica contribuisce a conferire esistenza alle strutture della società.

 
At 10:06 AM, Blogger Laura said...

Indichiamo la grafica come attività che colloca dunque dentro al sistema generale della progettualità orientata alle necessità dell'uomo.
Accanto all'urbanistica, all'architettura, al design industriale, al disegno ambientale, essa non solo li affianca ma interagisce con essi.
La grafica è urbanistica nelle tecniche di prefigurazione, nei sistemi di visualizzazione e nei metodi di rappresentazione.
La grafica è architettura non solo in quanto strumento della stesura del progetto ma anche direttamente nella presenza della scrittura nell'edificio costruito.
La grafica è disegno ambientale nella segnaletica cittadina, dei trasporti ecc.
La grafica è disegno industriale nella "grafica del prodotto", nei cruscotti, nelle interfacce, nel packaging ecc.

 
At 10:06 AM, Blogger Laura said...

Come negli anni Trenta si avvertiva quello dell'architettura come ruolo guida delle discipline del progetto, e negli anni Sessanta, nella transizione della produzione al consumo, il design industriale assumeva un ruolo di coordinamento concettuale, negli anni Novanta è il progetto grafico a collocarsi in posizione strategica dentro la cultura del progetto.

 
At 7:23 AM, Blogger Laura said...

Ma ciò che prima poteva apparire come un monologo della "grafica" nei confronti della società in cui respirava (se escludiamo una ristretta elite di persone), è degli ultimi anni un imporsi dei contenuti esprimibili solo attraverso le percezioni... e quindi della grafica.
Questo fenomeno non deve però far pensare che si tratti di una riscoperta di valori quali l'estetica, il gusto del bello, o di certi valori morali quali il sublime ed i sacro (nell'accezione di inviolabile).
Il rapportarsi per immagini e sempre meno per contenuti, i valori legati all'apparire sempre più lontani dall'essere, l'importanza della "prima impressione" accresciuta da un'abbandono della critica e dell'elaborazione personale, sono solo alcuni dei colpi di maglio che hanno devastato il culto dell'evoluzione lasciando lacerati spazi al culto della persona. Intesa, però, sempre come immagine.
Il pensiero, la parola, ed i gesti che da essi ne conseguono, sono stati via via ricoperti dalla polvere luccicante degli status symbol e della superficie. Che oro non è.
E di ciò, lo strumento di realizzazione è appunto la grafica. Dal packaging alla linea stilizzata, le parole sono state quindi sostituite dall'impressione ancestrale dello stupore, un monolito che sempre più alto si erge davanti agli uomini per bloccarli in uno stupido istante di inconsapevolezza.
La sfida, oggi, è prolungare quell'istante.

 

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