grafica seconda parte
Ma ciò che prima poteva apparire come un monologo della "grafica" nei confronti della società in cui respirava (se escludiamo una ristretta elite di persone), è degli ultimi anni un imporsi dei contenuti esprimibili solo attraverso le percezioni... e quindi della grafica.Questo fenomeno non deve però far pensare che si tratti di una riscoperta di valori quali l'estetica, il gusto del bello, o di certi valori morali quali il sublime ed i sacro (nell'accezione di inviolabile).Il rapportarsi per immagini e sempre meno per contenuti, i valori legati all'apparire sempre più lontani dall'essere, l'importanza della "prima impressione" accresciuta da un'abbandono della critica e dell'elaborazione personale, sono solo alcuni dei colpi di maglio che hanno devastato il culto dell'evoluzione lasciando lacerati spazi al culto della persona. Intesa, però, sempre come immagine.Il pensiero, la parola, ed i gesti che da essi ne conseguono, sono stati via via ricoperti dalla polvere luccicante degli status symbol e della superficie. Che oro non è. E di ciò, lo strumento di realizzazione è appunto la grafica. Dal packaging alla linea stilizzata, le parole sono state quindi sostituite dall'impressione ancestrale dello stupore, un monolito che sempre più alto si erge davanti agli uomini per bloccarli in uno stupido istante di inconsapevolezza.
La sfida, oggi, è prolungare quell'istante.
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