Sunday, January 29, 2006

MASS MEDIA

Per comunicazione possiamo intendere uno scambio di sapere, di emozioni tra due persone, o tra gruppi di persone, tra una persona e un gruppo, e così di seguito, che abbia almeno due caratteristiche, cioè la parità di ruolo tra chi trasmette e chi riceve, quindi la possibilità per chi riceve di trasmettere a sua volta e la possibilità per chi trasmette di ricevere a sua volta, parità di ruolo quindi - tant'è vero che l'esempio più lampante di vera comunicazione è la conversazione interpersonale, faccia a faccia, in cui le due persone hanno lo stesso ruolo comunicativo, possono interrompersi, correggersi, chiedere informazioni su quanto è stato detto, eccetera - e, seconda caratteristica, la partecipazione a questo scambio comunicativo. Quindi non è comunicazione, per esempio, un semplice passaggio di dati: quella è informazione. Molti studiosi, appunto in rapporto alla definizione di comunicazione, non ritengono le cosiddette comunicazioni di massa come fatti comunicativi. Perché? Perché le comunicazioni di massa implicano innanzitutto l'emissione da un centro ad una massa, appunto, ad un numero notevole di recettori. Questa comunicazione può avvenire o attraverso l'etere, come nella televisione, lungo il cavo, come sempre nella televisione, oppure attraverso copie di giornali, copie di libri, copie di dischi, e così di seguito.
Quindi prima istanza: un centro di emissione e molti recettori.
Seconda istanza: questi recettori non hanno la possibilità di rispondere - ecco la differenza rispetto alla definizione di comunicazione di prima - sullo stesso canale in tempo reale, cioè nello stesso tempo in cui avviene la trasmissione, e con lo stesso potere di chi trasmette. Tant'è vero che si dice che le comunicazioni di massa tradizionali, le comunicazioni di massa in genere, "mono o unidirezionali", vanno in una direzione sola.

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