LA REGOLA E' STUPIRE. SOLAMENTE.
Trovo che la grafica stia passando (superando?) un periodo storico alquanto avvilente per le proprie capacità intrinseche.
La realtà tutta, il mondo e l'ambiente in cui siamo immersi e con il quale interagiamo, è grafica. Ha linee, curve, colori, riempimenti, sfumature, occupa uno spazio ben definito così come si sfilaccia in indeterminabili comunicazioni interattive al di là dei propri limiti geometrici e temporali. Cercare di riprodurre, rappresentare, o anche solo avvicinarsi alla grafica significa - o meglio dovrebbe significare - sfiorare il mondo con una carezza omnicomprensiva, una presa di coscienza assoluta capace di assorbire l'anima profonda delle cose e di concentrarla in pochi tratti essenziali. E' un processo cognitivo che potrebbe non avere limite, non toccare mai i confini dell'assoluto, del finito. Ma, a ben vedere, oggi la grafica pare quasi asservita, piegata alle necessità di comunicazione specifica e limitata. In una società cosmopolita, globalizzata e, per certi versi, appiattita su schemi preconfezionati, la parola d'ordine per accedere alle coscienze è "stupire". Tramite la grafica si può stupire con mille stratagemmi e non necessariamente attraverso "effetti speciali". Certe volte, anzi, creano più stupore certe stigmatizzazioni piuttosto che creazioni di concretezze inesistenti. Ma lo "
stupire" è un limite, e comne tale penalizzante, della grafica poiché ha un unico obiettivo. Anzi, ha un solo ed unico obiettivo. L'asservimento quindi si manifesta con l'adozione di una maschera che celi il contenuto distogliendone l'attenzione e catalizzandola sul marginale. Mentre sarebbe auspicabile un ritorno alla grafica come specchio e lente d'ingrandimento (ma anche di concentrazione) del contenuto. In un mondo in cui i contenuti sono sempre più vuoti, fumosi, caduci e strumentali, la grafica dovrebbe essere lo strumento per scardinare l'apparenza e restituire valore ai valori. Non essendo più capaci di stupire con reali contenuti, ci si è relegati nel ruolo di stupire con lo stupore fine a se stesso, privo di vera linfa vitale. E la cosa su cui si invita a riflettere è che anche questo non funzioni più. Non ci si stupisce più di niente. Forse è il momento storico adatto, quindi, per tornare a ricercare quelle meravigliose gemme, rare ed universali, che l'uomo cercava assiduamente.
Le idee. Nuove. Grezze. Nascoste. Ma forti e dure come il diamante poiché erano sostanza e non apparenza.
1 Comments:
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